Travolti dai capricci: genitori che si arrabbiano

I capricci sono comportamenti da comprendere e correggere piuttosto che reprimere perché, nei bambini come negli adulti, vengono messi in atto sempre per un motivo ben preciso. Non esistono strategie universali di gestione di tali comportamenti poiché la soluzione va ricercata nell’unicità del rapporto bambino/adulto. E’ necessario ricordare che in queste situazioni è importante mantenere controllo ed equilibrio per esercitare pienamente la propria funzione educativa e che occorre valutare la gravità e lo scopo del comportamento messo in atto.
Sebbene la punizione sia efficace, non è l’unico modo per fronteggiare i problemi di comportamento nei bambini. A volte, prestare attenzione al bambino dopo che è stato sorpreso in un comportamento negativo può funzionare come ricompensa e aumentare la probabilità che quell’atteggiamento si riproponga. Ciò è collegato al fatto che molti bambini ricevono una gratificazione emotiva ogni volta che riescono ad attirare l’attenzione del genitore, positiva o negativa che sia. Questo è il motivo per cui a volte ignorare, piuttosto che reagire, è una tecnica efficace anche se difficile. Tuttavia, non basta solo punire o ignorare i comportamenti negativi occorre anche lodare con uguale costanza i comportamenti positivi: ringraziare se il bambino fa un bel gesto, lodarlo se ottiene un risultato o prova senza riuscire.

L’utilizzo della punizione andrebbe limitato per vari motivi: i bambini che vengono spesso puniti tendono a distaccarsi dai genitori, nessuno accetta con piacere di essere sgridato o criticato, infatti, tendiamo a evitare chi assume con noi costantemente un atteggiamento critico e punitivo; i bambini che vengono puniti spesso tendono a essere più aggressivi; l’utilizzo eccessivo della punizione mina l’autostima dei bambini e diminuisce la loro motivazione a modificare il loro comportamento. È raccomandato provare a gestire il comportamento dei propri figli con le gratificazioni, piuttosto che con le punizioni, ma ci sono alcune occasioni in cui la punizione è necessaria: se il comportamento problematico può causare danni; quando i rinforzi positivi non funzionano perché ci sono altre gratificazioni più forti che sostengono il comportamento negativo del bambino; se la disubbidienza persiste ad alti livelli nonostante siano state utilizzate le gratificazioni per la collaborazione e il rinforzo positivo per i comportamenti adeguati. Per imporre buone punizioni occorre: punire immediatamente il comportamento negativo perché permette al bambino di collegarlo alla conseguenza negativa; rimanere calmi e attinenti ai fatti, la rabbia nel momento della punizione causa un probabile risentimento e rancore nel bambino; dare un segnale di avvertimento prima di punire; non dare punizioni molto lunghe perché ne vanificano l’effetto stesso; essere coerenti e non arrendersi: è più probabile che frequenza e intensità dei comportamenti disfunzionali si riducano se vengono costantemente puniti o ignorati piuttosto che se a volte vengono sanzionati e a volte gratificati. Le punizioni funzionano se vengono utilizzate in parallelo alle gratificazioni per comportamenti positivi. Se si gratifica generosamente i propri figli, questi impareranno che possono ottenere l’attenzione dei genitori tutte le volte che fanno qualcosa e non hanno bisogno di mettere in atto delle trasgressioni per ottenerla.

Questi consigli ci ricordano che i genitori hanno spesso le loro ragioni ma che di ragioni ne ha anche il bambino.

Dott.ssa Cristina Fratini

Email: fratini.cristina@libero.it

Dott. Massimo Amabili
Psicologo e Psicoterapeuta Ascoli Piceno e Teramo

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