La Mano Calda

“Mano calda”. “He’s on fire”. Metafore che riconducono gli appassionati di pallacanestro allo stato di grazia che vive occasionalmente un tiratore. Una sensazione che ho avuto la fortuna di vivere in prima persona, nonostante l’infimo livello in cui mi sono cimentato nella mia poco gloriosa carriera agonistica, ma soprattutto di raccontare, grazie al mestiere di cronista sportivo, termine ormai in disuso ma che ha sempre un fascino nobile e antico. Quando la vivi da giocatore la sensazione è realmente di “calore”: parte dai piedi (tutti i cestisti sanno che il tiro nasce in basso per poi concludere la sua catena cinetica con la frustata di polso) e pervade tutto il corpo.

Gli avversari che si frappongono con le braccia alte per ostacolare il tiro sono uno stimolo ulteriore, quasi un aiuto per disegnare la parabola di tiro perfetta. In quel momento potresti segnare anche dagli spogliatoi, il calore emanato è percepito dai compagni di squadra, che ti cercano in attacco con continuità, dagli avversari, che si “incollano” fisicamente per evitare ogni tuo movimento. Ma soprattutto è percepito da te stesso: ed è una sensazione bellissima, quello per cui ci si allena ogni giorno, a qualsiasi livello.

Continua a leggere il mio articolo su State of Mind.

Dott. Massimo Amabili
Psicologo e Psicoterapeuta Ascoli Piceno e Teramo

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