Nel 1970 Alvin Toffler, il saggista che definiva sé stesso un “futurologo”, descriveva nel libro “Lo Shock del Futuro” il drammatico impatto che il rapido avanzare della tecnologia avrebbe avuto sull’individuo, la famiglia e la società: “troppo cambia, in troppo poco tempo”. In effetti, quasi come Cassandra con il dono della preveggenza (e della sfortuna che spesso le veniva attribuita), Toffler individuò una delle più potenti fonti di stress dello stile di vita moderno. L’era digitale ha portato con sé sicuramente benefici ma anche un’accelerazione delle nostre vite, sempre interconnesse e in rete, di pari passo con la velocità degli aggiornamenti dei nostri smartphone. Quale impatto ha avuto questo rapido cambiamento tecnologico sul nostro benessere psicofisico? Che cosa possiamo fare per rallentare questo rapido scorrere delle cose della nostra vita quotidiana? Una recente indagine, messa a punto da “The Hub” di Londra in collaborazione con la Durham University e la BCC, compiuta su 18.000 persone provenienti da 134 paesi, chiamata “Test del Riposo,” ha raccolto ed esaminato enormi quantità di dati sull’esperienza personale dell’essere riposato e rilassato.
L’obiettivo di tale imponente studio era identificare e classificare dove e come gli individui trovano pace e calma nelle loro vite frenetiche. Inoltre è stata studiata la correlazione tra le attività riposanti e il senso di benessere riferito. Il risultato di questo “Test del Riposo” ha prodotto questa classifica delle 10 Attività più riposanti:
- Leggere
- Stare nella natura
- Starsene per i fatti propri
- Ascoltare musica
- Non fare niente di particolare
- Camminare
- Farsi un bagno oppure una doccia
- Sognare ad occhi aperti
- Guardare la TVù
- Meditare oppure praticare la Mindfulness
È interessante notare che i partecipanti allo studio con i più alti punteggi di benessere avevano effettivamente fatto qualcosa di rilassante da cinque a sei ore prima del giorno precedente alla compilazione del sondaggio. C’è anche un avvertimento: troppo riposo sembrava ritorcersi contro. Coloro che hanno esperito un’attività di riposo per più di cinque o sei ore, hanno iniziato a sperimentare un leggero calo nel loro punteggio di benessere globale. E’ molto importante anche sottolineare un altro dato evidenziato dai ricercatori: non bisogna confondere le attività riposanti con la pigrizia. Le abilità di abbattimento dello stress sono utili in rapporto ai ritmi del nostro lavoro, la cosa migliore sarebbe riuscire a trovare degli spazi quotidiani di “scollegamento” all’interno delle nostre giornate frenetiche e connesse.
Fonti:
Articolo in lingua originale di Psychology Today
Dott. Massimo Amabili
Psicologo e Psicoterapeuta Ascoli Piceno e Teramo