Per Mindfulness generalmente si fa riferimento ad uno stato mentale, “una modalità dell’essere, non orientata a scopi, il cui focus è il permettere al presente di essere com’è e di permettere a noi di essere, semplicemente, in questo presente” (Teasdale), che può essere coltivato e stabilizzato attraverso particolari tecniche. E’ uno stato mentale non concettuale,non-discorsivo, non-linguistico, e che soprattutto “apre” a degli insight che portano alla comprensione profonda del funzionamento della mente stessa. “E’stupefacente quanto sia liberatorio l’essere capaci di vedere che i tuoi pensieri sono solo pensieri e che non sono “te stesso” o “la realtà”…il semplice atto di riconoscere i tuoi pensieri come pensieri, può renderti libero dalla realtà distorta che essi spesso creano e genera un maggior senso di chiarezza e di padronanza sulla tua vita” Kabat-Zinn (1990, pp.69-70)
Nell’ottica di inquadrare concettualmente il fenomeno e sfatare alcuni possibili fraintendimenti, può essere utile dire cosa la mindfulness non è:
- una fuga dalla realtà: è piuttosto essere profondamente radicati nella realtà;
- una forma di trance: la mente mindful è caratterizzata da lucidità e chiarezza;
- una condizione “mistica”: viene superata la divisione corpo e mente.
La mente mindful è in grado di “contenere” tensione, stress e sofferenza, e può aiutare anche a gestire meglio il nostro modo di alimentarci. Mangiare “Mindfulness” significa innanzitutto sviluppare un buon rapporto con il cibo, cercare di non sentirsi in colpa per avere o non avere cibo, e apprendere la capacità di perdonarsi ed essere compassionevoli verso sé stessi.
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Dott. Massimo Amabili
Psicologo e Psicoterapeuta Ascoli Piceno e Teramo